Mhttk' blog

martedì, maggio 18, 2004

Tonight is the night, my friend.

George è diventato famoso per questa frase. Detta a cena o nella prima serata, con un sorriso di malizioso divertimento che gli fa brillare gli occhi, George preparava sè ed il resto dell'entourage alla notte.

Il suo inglese non nascondeva mai il suo accento arabo, ma non serviva sentirlo parlare per capire da quali latitudini venisse. George l'aspetto del Libanese se lo portava addosso e l'accento all'inglese diventava un vezzo e non, come accade agli italiani come me, un tradimento.

Ma insomma, tonight is the night, isn't it? Forse si domandava, perchè venerdì sera, dopo l'aereoporto siamo andati in un posto fuori dal pianeta Roma. Andavamo a sentire un nostro amico, er Kalenda, che suonava in un locale ma mai ci saremmo aspettati di trovare uno scenario del genere. Worst case scenario, è il termine che utilizzano gli analisti, gli strateghi militari e i baristi alle cinque del mattino. Noi eravamo nella più improbabile delle serate.

George ci guarda, this is not the night. Dice. Il "my friends" se l'era mangiato per cautela.

Così migriamo alla sera successiva a cena con una pizza a quattro passi dal Colosseo. Convinciamo George che la serata stava per iniziare. Matteo, tuttavia, pizzica la corda sbagliata e pronuncia, serafico, Campo De' Fiori.

Per chi sa cosè Campo De' Fiori non è difficile capire quando dico che quello è il buco nero degli appuntamenti serali. Una volta entrati nel tunnel, non se ne esce più.
Vabbè. Saranno un quattro o cinque anni che Campo De' Fiori è diventato un appuntamento inflazionato e inutile, a mio dire. Non ci si può passeggiare più, non si incontra mai nessuno, non succede nulla. Ma vaglielo a spiegà a George....

Comunque io la mia proposta l'avevo fatta, gli altri avevano la loro. E riusciamo a uscire dal vortice. Usciamo così bene dal vortice che quando arriviamo al Baja era chiuso e le speranze di non finire al Branca s'erano prosciugate d'un sol colpo.

Così, senza più logica, alle 2 del mattino torniamo al centro centro, dove non parcheggi manco col macete e tentiamo la sorte. Vogliamo entrare alle due al Supper Club. Dal mio punto di vista è come tentare di fare sette con un solo dado.

Non semplicemente una questione di difficoltà, è impossibile.

Per la gioia del mucchio, finiamo al Brancaleone. Morte civile delle speranze andiamo lì.

The night ha da venì.
George ha ancora a disposizione una Domenica, io anche.

E' così che Matteo va alla canonizzazione di non so chi a San Pietro, io mi dedico agli appuntamenti di mezzo pomeriggio e il Milan riceve lo scudetto.

Sono forze superiori, inutile opporsi.

Ora George dovrebbe essere a Londra, io sono davanti al monitor e i santi nel cielo, a ricordarci che ognuno ha quel che cerca.





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